Come propagare la pianta del fico d’India

1/7 – Introduzione

Il fico d’India, nome scientifico Opuntia ficus indica, è una pianta Succulenta frugale. Originaria del Messico, è presente anche nel bacino del Mediterraneo, in America, Africa, Australia ed Asia. Si contraddistingue per il suo aspetto un po’ curioso. Il fusto eretto si suddivide in pale dalle grandi dimensioni e dalla forma ovoidale ed appiattita, ricoperte di aculei. Carnose e dal caratteristico colore verde brillante, possono raggiungere i 30 ma anche i 70 cm di diametro. Le vere foglie sono piccole e di forma conica. I frutti hanno una buccia spessa e spinosa. Lunghi dai 10 ai 15 cm, sono saporitissimi e colorati (bianchi, gialli e rossi). Pale e frutti, accuratamente ripuliti, sono commestibili. La pianta, coltivata in vaso oppure in terra, può rappresentare un’irregolare e scultorea barriera in un angolo soleggiato del giardino o dell’orto. Ecco come è possibile propagare il fico d’India.

2/7 Occorrente

  • guanti protettivi
  • coltello
  • vasi, cocci, rocce

3/7 – Caratteristiche della pianta

La pianta di fico d’India cresce abbastanza bene in ambienti soleggiati come in qualsiasi altro tipo di clima. Ama i terricci sabbiosi ma ben drenati, molto meno invece quelli ricchi ed umidi. Abbastanza frugale, non ha bisogno di frequenti irrigazioni per sopravvivere. La superficie delle pale presenta numerosi aculei cerati, con lo scopo di proteggere la pianta ed i frutti. Al tempo stesso però trattengono l’umidità ambientale. È bene prestare loro molta attenzione. Infatti, si staccano con molta facilità, penetrando nella pelle ed in profondità. La pianta di fico d’India si pota nei mesi di maggio e giugno, mentre la concimazione fosfo-potassica assicura una maggiore produttività. Esistono tre varietà che si differenziano per la colorazione del frutto: la più diffusa è la gialla (la Sulfarina). Seguono la rossa (la Sanguigna) e la bianca o altrimenti nota come Muscaredda.

4/7 – Coltivazione del fico d’India

Il fico d’India è molto infestante. Da una piccola piantina può svilupparsi un’intera selva! Proveniente da regioni con clima molto arido, non disprezza il sole ma resiste perfettamente anche alle basse temperature. La coltivazione è semplicissima e non richiede particolari attenzioni. La pianta si può sistemare tranquillamente in giardino come anche in terrazzo o sul balcone. Disponendo di un po’ di spazio, le nuove piantine si possono posizionare tra sassi e rocce o in vasi larghi di coccio. In tal senso, si andrà a riprodurre in qualche modo il loro habitat naturale, fornendo i giusti nutrienti. Inoltre, in breve si potrà realizzare un paesaggio suggestivo e caratteristico. Il fico d’India predilige un terreno calcareo ma non disprezza il terriccio. Dopo la coltivazione, è sempre bene innaffiare le piantine anche se sporadicamente.

5/7 – Riproduzione della pianta

Per propagare la pianta di fico d’India basta poco. In genere, è bene procedere nel periodo compreso tra la primavera e l’estate, prediligendo giornate calde, soleggiate e senza pioggia. La riproduzione delle piantine avviene per talea oppure per seme. Nel primo caso, bisogna prendere qualche precauzione per non pungersi. Per cui è preferibile utilizzare guanti di protezione, indispensabili per ogni attività di giardinaggio. Con un coltello disinfettato si tagliano dalla pianta madre due o tre pale (preferibilmente le più piccole). Il taglio si effettua sotto il rigonfiamento di intersezione della pala. Si lasciano essiccare al sole per circa due giorni e, nel frattempo, si sceglie un luogo adatto per la messa a dimora. Meglio una zona soleggiata e con un terreno misto ben drenato. I cladodi si propagheranno senza difficoltà. In brevissimo tempo metteranno nuove radici, superficiali (al massimo 30 cm in profondità) e molto estese. In primavera ed in estate le piantine di fico d’India vanno innaffiate una volta ogni due settimane. In autunno ed in inverno, invece, basterà una volta ogni 4 settimane.

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7/7 Consigli

  • Usare sempre i guanti di protezione
  • Disinfettare il coltellino prima di recidere la pianta

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